Cervicobrachialgia, a chi rivolgersi Tutto quello da sapere

Cervicobrachialgia, a chi rivolgersi? Dott. Daniel Di Segni è la risposta. Innanzitutto, va chiarito che la cervicobrachialgia è un disturbo causato dalla compressione di alcune strutture nervose che fanno riferimento ai nervi spinali, e ha per conseguenza in dolore al collo. Inoltre, sono comuni anche dolori a entrambe le braccia (incluse le mani). Di solito, soffrono di cervicobrachialgia i lavoratori che svolgono un’attività manuale ripetitiva, sia a livello gestuale che di movimenti. Va poi aggiunto che tale disturbo non provoca unicamente dolore, ma vi sono dei frequenti casi in cui si manifesta anche con debolezza muscolare e un minore controllo dell’apparato muscolare. In questa introduzione preliminare, ci limitiamo a osservare che per avere un quadro completo è fondamentale ricorrere innanzitutto a tutta una serie di test strumentiali, che possono essere l’elettromiografia, la radiografia del torace e la risonanza magnetica della colonna vertebrale. Una volta che la diagnosi certifica che si tratti realmente di cervicobrachialgia, il successivo passo da compiere è affidarsi a una terapia di base, che in questi casi è di tipo sintomatico e conservativo.

Cervicobrachialgia, a chi rivolgersi? La terapia conservativa e sintomatica

Come accennato qui sopra, la prima soluzione per risolvere il problema della cervicobrachialgia è rivolgersi a una terapia conservativa e sintomatica. In questo capitolo spiegheremo in cosa consiste. In primis, il medico prescrive un periodo di riposo dalle attività che con tutta probabilità sono all’origine della manifestazione del dolore. Quasi sempre, il riposo viene prescritto ai pazienti che stanno attraversando la fase acuta della cervicobrachialgia. Un altro rimedio incluso nella terapia conservativa ha per oggetto l’assunzione dei farmaci antidolorifici. Tra quelli più usati per contrastare il dolore provocato dalla cervicobrachialgia si annoverano l’ibuprofene e il paracetamolo, mentre è più raro trovare medici che prescrivano ai loro pazienti i corticosteroidi. Un’ulteriore soluzione prospettata dalla terapia conservativa prevede l’assunzione di farmaci miorilassanti. Riguardo a ciò, bisogna aggiungere che quasi sempre si ricorre a questa tipologia di farmaci quando dai test strumentali viene evidenziato un interessamento dei muscoli delle mani, delle braccia e delle spalle. Gli ultimi due rimedi consigliati in relazione a una terapia conservativa sono la crioterapia e la fisioterapia. La prima, nota anche come terapia del freddo, viene utilizzata in alternanza con la termoterapia, che è l’esatto opposto (terapia del caldo, ndr): l’obiettivo è di diminuire i sintomi dati dalla cervicobrachialgia nella sua fase più acuta. Come accennato qui sopra, l’ultimo rimedio prevede la prescrizione di alcuni cicli di fisioterapia, all’interno dei quali i pazienti si sottopongono a ginnastica posturale, esercizi per rinforzare la muscolatura ed esercizi di stretching.

La terapia chirurgia per risolvere la cervicobrachialgia

Qualora la terapia conservativa non dovesse risolvere il problema, i medici hanno la facoltà di prendere in considerazione la soluzione più estrema, vale a dire il ricorso alla terapia chirurgica. Va sottolineato come questa scelta non venga mai anteposta alla terapia descritta nel precedente paragrafo, ma soltanto come diretta conseguenza di un eventuale fallimento dei trattamenti sintomatici e conservativi. Di fatto, il trattamento chirurgico consiste in un’operazione finalizzata alla decompressione nervosa, che è all’origine del comune disturbo della cervicobrachialgia. L’intervento in genere interessa le radici dei nervi spinali appartenenti al distretto cervicale. Per completezza d’informazione, aggiungiamo in conclusione che vi sono delle pratiche consigliate dalla comunità medica per prevenire tale condizione medica: si consiglia di praticare attività fisica con regolarità, mantenere una postura corretta e di sollevare in maniera adeguata eventuali pesi.