Rughe: come rimuoverle con la crema al veleno d'api

21Il veleno d’api è il prodotto dell’alveare più innovativo e sorprendente rispetto a tutti gli altri, e questo per tanti motivi che piacciono alle donne, su tutti le sue proprietà antiage capitalizzate da una crema davvero efficace.

La formulazione dei cosmetici si basa su particolari chimiche che si instaurano fra gli ingredienti usati nella sintesi del prodotto. Se poi si ricorre a componenti del tutto naturali, allora risulta molto più facile per l’organismo assimilarne i nutrienti e le sostanze. Il veleno d’api ha conosciuto negli ultimi anni un’ascesa fenomenale nella cosmesi moderna, trovando finalmente un’applicazione pratica al di fuori dell’impiego medico ch’è invece una questione secolare risalente addirittura all’epoca di Cleopatra.

               Veleno d’api e cosmetica: proprietà del principio attivo

A spiegare il successo di quello ch’è stato soprannominato “lifting naturale” è di fatto la sua particolare composizione da far drizzare letteralmente le antenne. L’apitossina – in inglese bee venom – rappresenta la maggior difesa per l’ape femmina contro minacce e predatori.

Contenuta nelle sue sacche velenifere, viene rilasciata quando il pungiglione entra in contatto con un corpo organico. Un’iniezione del genere causa la morte nella microfauna colpita, nell’uomo invece porta a rossore e gonfiore nella zona interessata dalla puntura. Il bello è essere riusciti a convertire quest’arma di difesa in qualcosa di estremamente benefico, per non dire portentoso.

Il veleno d’api contiene melittina, ovvero una tossina in grado di profondere un’azione antinfiammatoria. Vi si aggiungono apamina e istamina, sostanze concorrenti nel produrre il tanto discusso effetto antirughe. Discusso perchè esistono tanti scettici e scettiche che mettono seriamente in dubbio l’efficacia del principio attivo.

Celebrità come Kate Middleton, Gwyneth Paltrow e Michelle Pfeiffer ne hanno fatto il loro segreto di bellezza senza alcuna remora di sorta. A giudicare dalla pelle che sfoggiano, c’è da credere che qualcosa di vero esiste. Le vip usano le creme al veleno d’api con ostinata costanza per mantenere levigata la cute del viso, preservarne la compattezza, la lucentezza e la liscezza.

E le rughe? A queste pensa la suddetta apamina che, stimolando la produzione di collagene ed elastina, distende ogni piega dilettandosi in un lifting in piena regola. Niente chirurgo, niente bisturi, niente botulino, solo un’adeguata e regolare terapia topica giornaliera.

               Una crema al veleno d’api non ha solo veleno d’api

È una verità incontestabile. Le proprietà del veleno d’api sono indiscutibili e alcuni studi conducono nella direzione della conferma di quanto detto, ma bisogna onestamente specificare un concorso di merito. Una crema, infatti, contiene una percentuale di apitossina molto bassa.

Necessita perciò dell’ausilio di altri ingredienti ad azione antiossidante, lenitiva e distensiva, idratante e antinvecchiamento. Diversi prodotti cosmetici puntano sull’associazione dei seguenti principi:

  • veleno d’api
  • vitamine C e D
  • bacche di goji
  • acido ialuronico
  • burro di karitè
  • miele
  • olio di avocado
  • aminoacidi/peptidi

In commercio esistono svariate tipologie di creme, è dunque decisiva una scelta che premia la serietà dell’azienda, la filiera corta o meglio a km0, complice una produzione che attinge a risorse incontaminate, a una flora pulita e ad alveari trattati secondo specifiche norme. Ricordiamo che l’ape resta il tesoro primario.

La crema al veleno d’api di Lunezia è nitidamente una top di genere poiché le arnie vengono posizionate e trattate in un territorio perfetto mediatore tra mare e montagna, nella Lunigiana più fresca e ad altissima resa.

               Curiosità sulla metodologia di estrazione del veleno d’api

E ora la domanda cruciale: “Come si estrae il veleno d’api e in quali quantità?

È bene sapere innanzitutto che agli insetti non viene fatto alcun male in quanto l’estrazione avviene in maniera non invasiva e indolore. Gli apicoltori lasciano che sia l’ape stessa a rilasciare la sua speciale tossina, indotta a pungere una piastra metallica collegata a un apparecchio che emana piccole, innocue scariche elettriche volte a irretire l’animale. Il pungiglione tocca la piastra ma rimane intatto, e il veleno scivola su di essa accumulandosi nella raccolta.

Ci vuole tempo e pazienza. Per produrre un solo grammo di veleno c’è bisogno di ca. 10.000 punture d’ape, motivo per cui lo si considera un ingrediente cosmetico di lusso, prezioso e non facile da reperire. Gli effetti sulla pelle, comunque, ripagano ampiamente la spesa e le soddisfazioni non tardano ad arrivare.

Bellezza e giovinezza, si sa hanno un prezzo che il più delle volte si è disposti a sostenere.